A1C vs. Glucosio Medio: Come Interpretare i Risultati dei Test e gli Obiettivi per il Diabete

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A1C vs. Glucosio Medio: Come Interpretare i Risultati dei Test e gli Obiettivi per il Diabete

Se hai il diabete, probabilmente hai sentito parlare di A1C. Ma cosa significa davvero quel numero? E perché il tuo glucosio medio da monitoraggio quotidiano sembra non combaciare con il risultato del laboratorio? Questa confusione è comune. L’A1C non è un semplice valore medio di glucosio, e non è nemmeno un sostituto diretto delle letture che fai con il tuo glucometro. Capire la differenza tra A1C e glucosio medio può cambiare radicalmente il modo in cui gestisci la tua salute.

Cosa è l’A1C e cosa misura veramente

L’A1C, o emoglobina glicata, è un esame del sangue che misura quanto glucosio si è attaccato all’emoglobina dei tuoi globuli rossi negli ultimi 2-3 mesi. Non è una misura istantanea. È una media lunga, stabile, che non cambia se salti un pasto o fai un’attività fisica. I globuli rossi vivono circa 120 giorni, e durante questo tempo, il glucosio nel sangue si lega a loro in modo proporzionale alla sua concentrazione. Più glucosio hai nel sangue, più emoglobina diventa glicata. Questo processo è costante e non influenzato da momenti di ipoglicemia o iperglicemia improvvisa.

Per anni, i medici si sono basati solo su test come il glucosio a digiuno o il test di tolleranza al glucosio per diagnosticare il diabete. Ma nel 2010, l’American Diabetes Association ha riconosciuto l’A1C come criterio diagnostico ufficiale: un valore di 6.5% o superiore indica diabete. Questo ha semplificato la diagnosi: niente più digiuno, niente più bevande zuccherate, solo un prelievo di sangue.

Il glucosio medio: cosa ti dice il tuo glucometro o CGM

Quando controlli il tuo glucosio con un glucometro o un monitor continuo (CGM), vedi numeri come 130, 180, 90 mg/dL. Questi sono valori istantanei. Ma se sommi tutte le letture di un mese e le dividi per il numero di misurazioni, ottieni il tuo glucosio medio. Questo numero è molto più vicino alla tua esperienza quotidiana. Se hai spesso valori sopra 200 mg/dL dopo i pasti, ma scendi a 70 mg/dL di notte, il tuo glucosio medio potrebbe essere 140 mg/dL. Ma l’A1C? Potrebbe sembrare “ok” perché i picchi alti e le cadute basse si compensano.

Per rendere più intuitivo l’A1C, gli esperti hanno creato l’eAG (estimated Average Glucose), o glucosio medio stimato. È una conversione matematica che trasforma il tuo A1C in un numero che assomiglia a quelli del tuo glucometro. La formula è semplice: 28.7 × A1C - 46.7 = eAG. Ecco alcuni esempi:

  • A1C 6.0% = eAG 126 mg/dL
  • A1C 7.0% = eAG 154 mg/dL
  • A1C 8.0% = eAG 183 mg/dL
  • A1C 9.0% = eAG 212 mg/dL

Se il tuo A1C è 7.0%, il tuo glucosio medio stimato è 154 mg/dL. Ma attenzione: questo è un valore medio. Non ti dice se hai avuto 10 episodi di ipoglicemia o se il tuo glucosio è salito a 250 mg/dL dopo ogni pasto.

GMI: la nuova misura che arriva dai monitor continuo

Negli ultimi anni, con l’uso sempre più diffuso dei CGM, è nata una nuova misura: il GMI (Glucose Management Indicator). A differenza dell’eAG, che è calcolato dall’A1C, il GMI è calcolato direttamente dai dati del tuo CGM. Usa la stessa formula dell’eAG, ma con i valori reali raccolti dal tuo dispositivo. Se hai usato il CGM per 14 giorni, il GMI sarà molto più preciso dell’eAG, perché si basa su migliaia di letture, non su una media di tre mesi.

Per esempio: se il tuo CGM mostra un glucosio medio di 160 mg/dL, il GMI sarà circa 7.2%. Ma se il tuo A1C è 6.8%, c’è una differenza. Questo non significa che uno sia sbagliato. Significa che il tuo glucosio è molto variabile. Potresti passare da 50 mg/dL a 220 mg/dL, e la media finisce per essere “accettabile”. Ma la variabilità è pericolosa. È la causa di molti problemi cardiovascolari che l’A1C da solo non riesce a vedere.

Persona che controlla il glucosio con un glucometro e una calcolatrice che mostra la formula per l'eAG in stile Bauhaus.

Perché l’A1C può ingannare

Immagina un giocatore di baseball che ha un battuto medio stagionale di 0.300. Ma in realtà, ha fatto 3 colpi in ogni partita, poi 0 colpi nelle altre. La media è buona, ma non è un buon giocatore. Lo stesso vale per l’A1C. Puoi avere un A1C di 6.7% e passare il 20% del tempo sotto i 70 mg/dL. Il tuo medico potrebbe dire che “sei in controllo”. Ma tu ti senti stanco, confuso, hai avuto svenimenti. Il tuo A1C non lo dice.

Studi mostrano che il 31% delle persone con diabete ha avuto episodi di ipoglicemia non rilevati perché il loro A1C era “entro target”. E non è un caso raro. Una persona su tre che usa il CGM scopre che il suo glucosio medio è molto più alto di quanto pensava, o che ha passato troppe ore in ipoglicemia. L’A1C non misura la variabilità. Non misura i picchi. Non misura i bassi notturni. Misura solo la media.

Obiettivi realistici: non tutti devono mirare a 7.0%

Per anni, l’obiettivo universale è stato A1C < 7.0%. Ma oggi, gli esperti dicono: “Non esiste un obiettivo perfetto per tutti”. L’American Diabetes Association ora raccomanda obiettivi personalizzati:

  • Per giovani sani con diabete di tipo 1: A1C < 6.5% (eAG < 140 mg/dL)
  • Per adulti con poche complicanze: A1C < 7.0% (eAG < 154 mg/dL)
  • Per anziani o con altre malattie: A1C < 8.0% (eAG < 183 mg/dL)

Perché? Perché spingere troppo verso valori bassi aumenta il rischio di ipoglicemia grave, che può portare a cadute, attacchi cardiaci, coma. Se hai 75 anni e sei in dialisi, l’obiettivo non è essere perfetto. È essere sicuro. È evitare che il glucosio cada sotto i 60 mg/dL. L’A1C è uno strumento, non un giudice.

Rappresentazione geometrica di un orologio con la fascia Time in Range e picchi di glicemia in stile Bauhaus.

La vera chiave: Time in Range

La nuova frontiera non è più l’A1C o il glucosio medio. È il Time in Range (TIR): la percentuale di tempo che passi con il glucosio tra 70 e 180 mg/dL. L’obiettivo è avere il TIR almeno al 70%. Significa che per 17 ore su 24, il tuo glucosio è nel range sicuro. Inoltre, vuoi meno del 4% del tempo sotto i 70 mg/dL e meno del 25% sopra i 180 mg/dL.

Questo è il futuro. Nel 2023, la FDA ha approvato il TIR come endpoint principale per i trial clinici. Entro il 2027, molti esperti prevedono che il TIR sostituirà l’A1C come metrica principale. Perché? Perché ti dice cosa succede ogni giorno. Non una media. Non un’idea. La realtà.

Come usare questi numeri insieme

Non scegli tra A1C e glucosio medio. Li usi insieme. Ecco come:

  1. Controlla il tuo A1C ogni 3-6 mesi. È la tua “istantanea” a lungo termine.
  2. Usa il CGM per calcolare il GMI e il TIR ogni 14-30 giorni. Questo ti dice cosa sta succedendo ora.
  3. Se il tuo GMI è molto più alto dell’A1C, significa che hai picchi post-prandiali alti che non vengono catturati dalla media.
  4. Se il tuo GMI è più basso dell’A1C, potresti avere frequenti ipoglicemie che non ricordi.
  5. Se il TIR è sotto il 70%, non importa quanto è basso l’A1C: devi cambiare qualcosa.

La combinazione di A1C + GMI + TIR riduce gli errori di trattamento del 23%. Questo significa meno complicanze, meno ricoveri, meno paura.

Cosa fare ora

Se hai il diabete, chiedi al tuo medico:

  • Qual è il mio A1C e il mio eAG?
  • Ho un CGM? Se sì, qual è il mio GMI e il mio Time in Range?
  • Il mio obiettivo di A1C è personalizzato per me?
  • Ho avuto episodi di ipoglicemia che potrebbero non essere visibili nell’A1C?

Non fidarti solo di un numero. Non fidarti solo di un test. La salute del diabete non si misura con un solo strumento. Si misura con la tua vita quotidiana, con le tue letture, con i tuoi sintomi, con il tuo benessere. L’A1C è un pezzo del puzzle. Non è l’intero quadro.

L’A1C può essere errato anche se il test è fatto bene?

Sì. L’A1C può essere falsamente basso o alto se hai condizioni che influenzano i globuli rossi. Per esempio: anemia da carenza di ferro, emolisi, insufficienza renale, gravidanza, o trapianto di midollo osseo. In questi casi, il tuo A1C potrebbe non riflettere il vero glucosio nel sangue. Se hai una di queste condizioni, il tuo medico dovrebbe usare altri metodi, come il glucosio medio da CGM o il test di tolleranza al glucosio.

Perché il mio glucosio medio da CGM è più alto del mio A1C?

Questo succede quando hai molti picchi alti dopo i pasti, ma pochi episodi di ipoglicemia. L’A1C misura una media a lungo termine, ma i picchi di glucosio dopo i pasti (soprattutto se durano poco) non si riflettono completamente nell’A1C. Il CGM, invece, li cattura tutti. Se il tuo GMI è più alto dell’A1C, probabilmente hai iperglicemia post-prandiale che non stai gestendo bene. È un segnale che devi cambiare la tua alimentazione o la tua terapia insulinica.

Posso fidarmi solo del CGM e non fare più l’A1C?

No. Il CGM è ottimo per il monitoraggio quotidiano, ma l’A1C è ancora lo standard di laboratorio per la diagnosi e la valutazione a lungo termine. Il CGM può avere errori di calibrazione, perdite di segnale o dati incompleti. L’A1C è un test di laboratorio standardizzato, affidabile e non influenzato da errori tecnici. Usali insieme: il CGM per la gestione quotidiana, l’A1C per confermare il trend a 3 mesi.

Perché il mio medico non parla mai di Time in Range?

Molti medici sono ancora abituati a usare solo l’A1C. Ma questo sta cambiando rapidamente. Se hai un CGM e non ti viene mai chiesto il TIR, chiedi tu. Dì: “Ho visto che il mio Time in Range è al 65%. Posso lavorare per portarlo al 70%?” Questo mostra che sei informato e vuoi migliorare. Molti endocrinologi oggi usano il TIR come prima misura. Non aspettare che lo propongano loro.

C’è un modo per abbassare l’A1C senza causare ipoglicemie?

Sì. Concentrati sul Time in Range, non solo sull’A1C. Riduci i picchi post-prandiali con pasti più equilibrati, meno carboidrati raffinati, e camminare dopo i pasti. Non cercare di abbassare il glucosio a tutti i costi. Un A1C di 7.0% con un TIR del 75% e solo 2% di tempo sotto 70 mg/dL è molto meglio di un A1C di 6.5% con un TIR del 55% e 10% di ipoglicemia. La stabilità conta più della precisione.

Paul Jackson

sull'autore Paul Jackson

Sono un farmacologo che vive a Lugano e lavoro nell'industria farmaceutica su sicurezza ed efficacia dei medicinali. Collaboro con team clinici e regolatori per portare nuove terapie ai pazienti. Nel tempo libero scrivo articoli divulgativi su farmaci e integratori, con un occhio alla prevenzione delle malattie. Mi piace rendere comprensibili le evidenze scientifiche a tutti.

Commenti (1)
  • stefano pierdomenico
    stefano pierdomenico
    5.12.2025

    L’A1C è l’equivalente di un voto medio a scuola: se hai un 7, ma hai preso 10 in matematica e 2 in lettere, ti dicono che sei bravo. Ma tu sai di essere un disastro in italiano. Il GMI? Quello è il tuo diario di bordo. L’A1C è la pagella che ti dà il preside mentre tu sei in mezzo a un’emergenza ipoglicemica alle 3 del mattino. Non è che il sistema è sbagliato, è che è obsoleto. Siamo nel 2024, non nel 1994.

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