Corticosteroidi: sollievo a breve termine e rischi a lungo termine

  • Home
  • Corticosteroidi: sollievo a breve termine e rischi a lungo termine
Corticosteroidi: sollievo a breve termine e rischi a lungo termine

Corticosteroidi sono tra i farmaci più potenti che la medicina moderna abbia mai sviluppato. Funzionano in poche ore, spegnono l’infiammazione come un interruttore, e salvano vite in situazioni di emergenza. Ma ogni vantaggio rapido ha un prezzo nascosto - e quel prezzo diventa più alto con ogni giorno di trattamento prolungato.

Perché funzionano così bene?

I corticosteroidi, come il prednisone o il cortisone, imitano il cortisolo, un ormone naturale prodotto dalle ghiandole surrenali. Quando il tuo corpo è in allarme - per un’artrite acuta, un attacco d’asma, o una reazione autoimmune - questi farmaci fermano l’esplosione di infiammazione in poche ore. Per molti pazienti, il cambiamento è immediato: febbre che scende, gonfiore che scompare, dolore che si placa. Un paziente con lupus ha raccontato su Reddit di aver visto una riduzione del 70% del gonfiore alle articolazioni entro 48 ore dal primo dosaggio di prednisone. Questo è il potere reale dei corticosteroidi: non curano, ma danno un respiro.

La velocità è il loro punto di forza. Mentre i farmaci modificanti la malattia (DMARDs) impiegano settimane o mesi per agire, i corticosteroidi iniziano a funzionare entro 24-48 ore. Per un attacco di asma grave, riducono il tempo di ricovero di quasi due giorni. In casi di ascesso peritonsillare, diminuiscono del 27% la necessità di intervento chirurgico. Sono il fuoco d’artificio della medicina: brillante, potente, ma temporaneo.

Quali sono i rischi reali, non solo teorici?

Ma se usati oltre il tempo necessario, i corticosteroidi diventano un nemico silenzioso. Non sono solo “effetti collaterali”. Sono danni veri, misurabili, e spesso permanenti.

Entro 30 giorni di terapia, il rischio di infezioni gravi come la sepsi aumenta del 430%. Il rischio di trombosi venosa sale del 230%. Il rischio di fratture ossee cresce del 90%. Questi non sono numeri astratti. Sono dati raccolti su 1,5 milioni di pazienti negli Stati Uniti tra il 2012 e il 2015. E non servono mesi per manifestarsi: i pazienti iniziano a perdere massa ossea già dopo 3-5 settimane, con una perdita del 3-5% al mese nei primi sei mesi.

Il peso aumenta rapidamente. L’87% dei pazienti che assumono corticosteroidi per più di 8 settimane guadagnano in media 5,6 chili. Il viso si arrotonda (la cosiddetta “luna da cortisone”), la pelle si sottile, i lividi compaiono senza motivo. Il sonno si rompe: il 63% dei pazienti riporta insonnia. La glicemia schizza: il 41% sviluppa iperglicemia che richiede farmaci antidiabetici. E per il 29% di quelli che assumono corticosteroidi per più di 3 mesi, i danni non svaniscono quando il farmaco viene sospeso: cataratte, osteoporosi, diabete - condizioni che restano per sempre.

Chi li usa troppo, e perché?

Nonostante i rischi, i corticosteroidi vengono prescritti in modo eccessivo. Circa il 21% degli adulti negli Stati Uniti ha ricevuto almeno una prescrizione di corticosteroidi sistemici negli ultimi tre anni. E quasi la metà di queste prescrizioni - il 47% - sono per condizioni dove non servono: raffreddore, bronchite acuta, mal di schiena nonspecifico. Per questi casi, i benefici sono trascurabili. I danni? No.

Un commento pubblicato su JAMA Internal Medicine ha definito questo un “fallimento di qualità” nella medicina americana. I medici, spesso sotto pressione per risolvere il dolore rapidamente, scelgono il cortisone perché è facile, veloce, e sembra funzionare. Ma non è una soluzione. È una benda sulle ferite profonde.

Le fasce d’età più colpite? Gli over 65. Ricevono prescrizioni 2,3 volte più spesso dei giovani. E nelle zone rurali, le prescrizioni inappropriate sono il 70% più frequenti che nelle città. Non è un caso. È un sistema che premia la rapidità, non la sicurezza.

Dottore che usa un estintore per spegnere l'infiammazione, mentre danni collaterali bruciano sullo sfondo.

Quando è giusto usarli?

Non sono il male assoluto. Sono uno strumento, e come ogni strumento, va usato con precisione.

Le linee guida dell’American College of Rheumatology dicono chiaro: per l’artrite infiammatoria, il massimo è 12 settimane, alla dose più bassa possibile. Per l’asma o la BPCO, le linee guida europee raccomandano un massimo di 5 giorni. E per le iniezioni di cortisone nelle articolazioni? Funzionano bene, ma non durano per sempre. Il 85% dei pazienti sente miglioramento entro 7 giorni, ma l’effetto dura da poche settimane a pochi mesi. Non è un trattamento cronico. È un intervento d’emergenza.

Il paragone più chiaro? Un’estintore. Lo usi quando c’è un incendio. Non lo lasci acceso per riscaldare la casa. I corticosteroidi sono l’estintore della medicina. Accendi, spegni, spegni il fuoco. Poi lo riponi.

Come ridurre i danni se li devi prendere?

Se il tuo medico ti prescrive corticosteroidi per più di 14 giorni, non è un caso. Devi essere protetto.

  • Non interrompere bruscamente. Il tuo corpo smette di produrre cortisolo naturale. Se smetti di colpo, puoi avere un collasso surrenalico. La sospensione deve essere graduale, su almeno 7 giorni.
  • Proteggi le ossa. Se prendi più di 7,5 mg di prednisone al giorno per più di 3 mesi, devi fare una scansione DEXA per valutare la densità ossea. Devi assumere 1200 mg di calcio e 800 UI di vitamina D ogni giorno. Alcuni pazienti necessitano anche di zoledronato, un farmaco in vena che blocca la perdita ossea.
  • Controlla la glicemia. Fai un controllo del glucosio almeno una volta al mese. Se sale, agisci subito.
  • Visita un oculista. Controlli ogni 3-4 mesi per rilevare precocemente le cataratte.

Queste misure non sono opzionali. Sono essenziali. Eppure, solo il 42% dei medici di base le segue. Il 68% degli effetti collaterali potrebbe essere evitato - ma solo se il trattamento è gestito con attenzione.

Bilancia che pesa un corticosteroide contro rischi sanitari, con un nuovo farmaco che equilibra il tutto.

Cosa cambia nel 2025?

La medicina sta cercando di correggere gli errori del passato.

Nel dicembre 2023, la FDA ha approvato il primo farmaco di nuova generazione: fosdagrocorat. È un modulatore selettivo del recettore del cortisolo. Funziona come il prednisone per ridurre l’infiammazione, ma con il 63% in meno di aumenti glicemici. È un passo enorme.

Nel gennaio 2024, l’American College of Physicians ha lanciato l’iniziativa “Steroids Smart”. Ora, per i pazienti con assicurazione Medicare Advantage, qualsiasi prescrizione di corticosteroidi per più di 10 giorni richiede un’autorizzazione preventiva. Gli ospedali hanno integrato alert automatici nei loro sistemi elettronici: se un medico cerca di prescrivere cortisone per una bronchite, il sistema blocca la prescrizione e chiede una giustificazione. Nei primi sistemi adottanti, le prescrizioni inappropriate sono calate del 31%.

Ma il messaggio più forte viene dall’European League Against Rheumatism: “Nessun paziente dovrebbe assumere corticosteroidi sistemici per più di 6 mesi senza aver fallito almeno due terapie biologiche avanzate.” Questo non è un suggerimento. È un ordine.

Cosa devi fare se ti hanno prescritto corticosteroidi?

Se sei stato prescritto un corticosteroide:

  1. Chiedi: “Per quanto tempo devo prenderlo?” Non accettare “fino a quando ti senti meglio”. Chiedi un numero preciso: 7 giorni? 14? 21? Mai più di 12 settimane per malattie croniche.
  2. Chiedi: “C’è un’alternativa?” I farmaci biologici, i DMARDs, i farmaci per l’asma - spesso sono più lenti, ma più sicuri a lungo termine.
  3. Chiedi: “Ho bisogno di controlli?” Calcio, vitamina D, DEXA, glicemia, visita oculistica - chiedili tutti. Se il tuo medico non ne parla, chiedi di nuovo.
  4. Chiedi: “Come lo smetto?” Non interrompere da solo. Se la terapia dura più di 14 giorni, devi essere seguito con un piano di riduzione graduale.

Non devi rifiutare il trattamento. Ma devi sapere cosa stai accettando. I corticosteroidi non sono un regalo. Sono un prestito. E il prezzo lo paghi con la tua salute.

I corticosteroidi fanno ingrassare davvero?

Sì, e molto rapidamente. L’87% dei pazienti che assumono corticosteroidi per più di 8 settimane guadagnano in media 5,6 chili. Questo non è solo grasso: è ritenzione idrica, cambiamenti nel metabolismo e aumento dell’appetito. Il viso si arrotonda, l’addome si gonfia, e i muscoli si indeboliscono. Il peso tende a tornare indietro dopo la sospensione, ma solo se si segue una dieta e si fa attività fisica. Senza interventi, il 30% mantiene il peso extra.

Posso prendere corticosteroidi per un raffreddore?

No, e non dovrebbe mai essere fatto. I corticosteroidi non hanno alcun effetto sui virus che causano il raffreddore o la bronchite acuta. Non riducono la durata né i sintomi in modo significativo. Ma aumentano il rischio di infezioni secondarie, iperglicemia e fratture. Circa il 22% di tutte le prescrizioni di corticosteroidi negli Stati Uniti sono per queste condizioni - e rappresentano uno spreco di risorse e un rischio inutile per la salute.

Cosa succede se smetto di prendere i corticosteroidi troppo presto?

Se hai assunto corticosteroidi per più di 14 giorni, il tuo corpo ha smesso di produrre il suo cortisolo naturale. Se smetti bruscamente, puoi sviluppare un collasso surrenalico: bassa pressione, stanchezza estrema, nausea, vertigini, e in casi gravi, svenimento o shock. Questo può essere fatale. La sospensione deve essere graduale, con riduzioni settimanali guidate dal medico. Anche dopo la sospensione, in caso di interventi chirurgici o traumi gravi, potresti aver bisogno di dosi di emergenza per fino a 12 mesi.

I corticosteroidi iniettati sono più sicuri di quelli per bocca?

Sì, ma solo se usati correttamente. Le iniezioni locali (nelle articolazioni, nei tendini o nei tessuti) hanno un rischio sistemico molto più basso perché la maggior parte del farmaco rimane nel punto di somministrazione. Tuttavia, non sono prive di rischi: possono causare danni ai tessuti, infezioni locali, o un aumento temporaneo del dolore. Non sono un rimedio perpetuo. Il beneficio dura da poche settimane a pochi mesi. Se ti fanno più di 3-4 iniezioni l’anno nello stesso punto, chiedi un’alternativa.

Esistono alternative ai corticosteroidi per il dolore cronico?

Sì, e sono sempre più efficaci. Per l’artrite: i farmaci DMARDs come il metotrexato o i biologici (adalimumab, etanercept) agiscono più lentamente ma modificano la malattia a lungo termine. Per l’asma: gli inalatori a base di corticosteroidi locali (non sistemici) sono la scelta standard. Per il dolore muscolare: fisioterapia, esercizio, e farmaci come il duloxetina o il pregabalin hanno dimostrato efficacia senza i rischi dei corticosteroidi sistemici. La chiave è non cercare sollievo immediato, ma guarigione duratura.

Paul Jackson

sull'autore Paul Jackson

Sono un farmacologo che vive a Lugano e lavoro nell'industria farmaceutica su sicurezza ed efficacia dei medicinali. Collaboro con team clinici e regolatori per portare nuove terapie ai pazienti. Nel tempo libero scrivo articoli divulgativi su farmaci e integratori, con un occhio alla prevenzione delle malattie. Mi piace rendere comprensibili le evidenze scientifiche a tutti.

Commenti (4)
  • Michela Rago
    Michela Rago
    2.12.2025

    Ho avuto un’esperienza simile con il prednisone per l’artrite. In due giorni ho smesso di zoppicare, ma dopo tre mesi avevo il viso da luna e l’osteoporosi che mi faceva paura. Ho smesso col protocollo giusto, ma ancora oggi devo fare controlli. Non è un farmaco, è un patto col diavolo.

  • Silvana Pirruccello
    Silvana Pirruccello
    4.12.2025

    Io li ho presi per un’infiammazione al ginocchio e mi hanno salvato la vita. Ma dopo ho capito che non sono la soluzione, solo una pausa. Ho iniziato la fisioterapia e ora sono senza farmaci da un anno. Se qualcuno li prende, non mollate la riabilitazione. È l’unica cosa che ti salva davvero.

  • nico tac
    nico tac
    5.12.2025

    La verità è che i medici non hanno tempo. Ti danno il cortisone perché è veloce, perché il paziente se ne va contento, perché non vuoi passare mezz’ora a spiegare che il dolore non è un problema da risolvere con un farmaco ma con un cambiamento. Ma poi il paziente torna col ginocchio distrutto e la glicemia alle stelle. Non è colpa loro, è colpa del sistema che premia la fretta. E noi, pazienti, siamo i cavia di questo modello. Fosdagrocorat? È un passo avanti, ma non risolve il problema di fondo: pensiamo che la medicina debba essere un intervento, non un percorso.

  • Nicolas Maselli
    Nicolas Maselli
    5.12.2025

    Io ho preso il cortisone per un’ernia e ho messo su 7 kg in un mese. Non mangiavo di più, ma mi sentivo sempre affamato. La pelle mi si sfaldava, facevo lividi solo toccandomi. Quando ho smesso ho avuto il collasso. Non sapevo neanche che esistesse. Il medico non me l’ha detto. Nessuno me l’ha detto. Se leggete questo, chiedete sempre come smettere. Non fate come me.

Scrivi un commento