Se stai valutando quale agonista della dopamina prescrivere o assumere, probabilmente ti chiedi: bromocriptina è davvero la scelta migliore rispetto a cabergolina, pramipexolo o ropinirolo? In questo articolo scopriamo le differenze cliniche, i meccanismi d'azione, i costi e gli effetti collaterali, così da prendere una decisione informata.
Cos’è la bromocriptina?
Quando si parla di bromocriptina è un agonista della dopamina di classe ergotico, usato per trattare diverse patologie endocrine e neurologiche, tra cui l'iperprolattinemia, il morbo di Parkinson e l'acromegalia. È stata introdotta negli anni ’70 e da allora ha subito numerose revisioni di formulazione, includendo compresse a rilascio prolungato e formulazioni iniettabili.
Meccanismo d’azione e recettori coinvolti
L’effetto principale della bromocriptina deriva dalla sua capacità di agonismo sul recettore D2 della dopamina. Attivando questo recettore, inibisce la secrezione di prolattina dall'ipofisi anteriore e stimola i circuiti dopaminergici nel cervello, migliorando i sintomi motori del Parkinson.
Il recettore D2 è anche presente in altri tessuti, spiegando parte degli effetti collaterali come nausea, ipotensione ortostatica e alterazioni del sonno.
Indicazioni cliniche principali
- Malattia di Parkinson: la bromocriptina migliora la rigidità e i tremori, soprattutto in pazienti giovani con sintomi leggeri.
- Iperprolattinemia: riduce drasticamente i livelli di prolattina, ristabilendo la normale funzione mestruale e la fertilità.
- Acromegalia: usata come terapia di seconda linea quando gli analoghi della somatostatina non sono sufficienti.
Queste tre indicazioni coprono circa l’80% delle prescrizioni di bromocriptina in Europa.

Confronto con altri agonisti della dopamina
Per capire davvero dove si colloca la bromocriptina, osserviamo le sue caratteristiche rispetto a tre concorrenti molto usati: cabergolina, pramipexolo e ropinirolo. La tabella qui sotto riassume i dati più rilevanti per la pratica clinica.
Caratteristica | Bromocriptina | Cabergolina | Pramipexolo | Ropinirolo |
---|---|---|---|---|
Indicazioni principali | Parkinson, iperprolattinemia, acromegalia | Iperprolattinemia, Parkinson (fase avanzata) | Parkinson, sindrome delle gambe senza riposo | Parkinson, disturbi del movimento |
Meccanismo | Agonista D2 (ergotico) | Agonista D2/D3 (non ergotico) | Agonista D2/D3 | Agonista D2/D3 |
Emivita (ore) | ≈ 12‑15 | ≈ 65‑85 | ≈ 8‑12 | ≈ 6‑12 |
Dosaggio tipico quotidiano | 2,5‑10 mg | 0,5‑1 mg (settimanalmente) | 0,125‑1,5 mg | 0,25‑8 mg |
Effetti collaterali più comuni | Nausea, ipotensione, edema | Capogiri, cefalea | Allucinazioni, sonnolenza | Disturbi del sonno, nausea |
Costo medio mensile (EUR) | ≈ 30‑45 | ≈ 50‑70 | ≈ 70‑90 | ≈ 60‑80 |
Come vedi, la bromocriptina ha un prezzo più contenuto e una buona efficacia per le indicazioni endocrine, ma la sua emivita più breve richiede dosaggi più frequenti rispetto alla cabergolina.
Pro e contro della bromocriptina
- Vantaggi
- Prezzo più basso rispetto a molti nuovi agonisti non ergotici.
- Storia di sicurezza consolidata, soprattutto in gravidanza (categoria B).
- Efficacia comprovata nell'iperprolattinemia resistente ad altri farmaci.
- Svantaggi
- Profilo di effetti collaterali più “classico”: nausea, vomito, ipotensione ortostatica.
- Possibili interazioni con antidepressivi triciclici e antiemetici.
- Regime di dosaggio più complesso (più volte al giorno).
Come scegliere il giusto agonista della dopamina
La decisione non si basa solo sul prezzo, ma su una serie di criteri clinici:
- Tipo di patologia: per l'iperprolattinemia, la bromocriptina o la cabergolina sono le prime scelte; per la sindrome delle gambe senza riposo, il pramipexolo è più indicato.
- Età del paziente: i giovani possono tollerare meglio i farmaci ergotici; negli anziani, i composti non ergotici (cabergolina, ropinirolo) hanno un rischio minore di fibrosi.
- Comorbidità: se il paziente ha problemi cardiovascolari, è preferibile evitare la bromocriptina per il rischio di ipotensione.
- Convenienza terapeutica: dosaggi settimanali (cabergolina) migliorano l’aderenza rispetto a più assunzioni giornaliere.
- Costo e rimborso: nella maggior parte dei paesi europei, la bromocriptina è pienamente rimborsata dal SSN, mentre gli agonisti più recenti possono richiedere autorizzazioni speciali.
Un algoritmo decisionale semplice può aiutare: se il paziente ha iperprolattinemia e non presenta controindicazioni cardiovascolari, inizia con bromocriptina; se la risposta è insufficiente o gli effetti collaterali limitano la dose, passa a cabergolina. Per il Parkinson, il profilo motorio e i sintomi non motori guidano verso pramipexolo o ropinirolo, tenendo conto dell’età e della presenza di allucinazioni.

Domande frequenti
Domande frequenti
Qual è il meccanismo principale della bromocriptina?
Agisce come agonista del recettore D2 della dopamina, inibendo la secrezione di prolattina e modulando i circuiti dopaminergici nel cervello.
Quando è preferibile usare la cabergolina invece della bromocriptina?
La cabergolina è indicata quando il paziente necessita di dosaggi meno frequenti, ha difficoltà di adesione al trattamento giornaliero o presenta effetti collaterali gastrointestinali con la bromocriptina.
Quali sono gli effetti collaterali più frequenti della bromocriptina?
Nausea, vomito, capogiri, ipotensione ortostatica, edema periferico e, raramente, fibrosi valvolare.
La bromocriptina è sicura in gravidanza?
Sì, è classificata nella categoria B della FDA, con evidenze di utilizzo sicuro per il trattamento dell'iperprolattinemia durante la gravidanza.
Quanto costa la bromocriptina rispetto ad altri agonisti?
Il costo medio mensile in Europa è tra 30 e 45 euro, più basso rispetto a pramipexolo (70‑90 euro) e ropinirolo (60‑80 euro), ma simile o leggermente superiore a cabergolina (50‑70 euro).
Prossimi passi e consigli pratici
Se sei un medico, valuta la storia clinica del paziente, controlla le interazioni farmacologiche e usa la tabella comparativa per decidere il dosaggio iniziale. Se sei un paziente, discuti apertamente con il tuo specialista dei possibili effetti collaterali e chiedi se la bromocriptina è coperta dal tuo sistema sanitario.
Ricorda: nessun farmaco è adatto a tutti. Un monitoraggio regolare dei livelli di prolattina, della pressione arteriosa e dei sintomi neurologici è fondamentale per ottimizzare la terapia.
Dionne Francesca
15.10.2025La bromocriptina è spesso presentata come la panacea per tutti i disturbi dopaminergici, ma la realtà è più complessa di quanto gli articoli promozionali vogliano far credere. Prima di tutto, il suo profilo di effetti collaterali non è affatto trascurabile: nausea, ipotensione ortostatica e edema sono solo la punta dell’iceberg. Poi, la frequenza delle somministrazioni – tipicamente due volte al giorno – rende l'aderenza terapeutica una sfida per molti pazienti, specialmente quelli più anziani. Inoltre, l'esistenza di farmaci più recenti, come la cabergolina, che offrono emivite più lunghe e dosaggi settimanali, mette in dubbio la necessità di ricorrere a un farmaco ergotico. È vero che il costo della bromocriptina è più contenuto, ma il risparmio economico può essere vanificato da visite mediche aggiuntive per gestire gli effetti avversi. Il meccanismo di azione sul recettore D2 è ben noto, ma non è l'unica via possibile per modulare la dopamina; le nuove generazioni di agonisti D2/D3 offrono una selettività migliore. Non dimentichiamo il rischio di fibrosi valvolare, sebbene raro, ma riportato in letteratura. In termini di efficacia per l'iperprolattinemia, la bromocriptina può funzionare, ma la cabergolina mostra tassi di normalizzazione più elevati con meno effetti collaterali. Per i pazienti con Parkinson, la scelta dei farmaci dovrebbe tenere conto anche dei sintomi non motori, dove la bromocriptina può esacerbare allucinazioni. Infine, la disponibilità di formulazioni a rilascio prolungato non risolve il problema della frequenza di assunzione. Dunque, prima di definire la bromocriptina la “scelta migliore”, è fondamentale valutare caso per caso, considerando età, comorbidità e preferenze del paziente. In sintesi, la bromocriptina è una valida opzione, ma non è l’unica né la migliore in assoluto. È tempo di superare i pregiudizi e di prendere decisioni basate su dati clinici solidi, non su tradizioni vintage.